Space l’app di ACI che utilizza dati non suoi

Proprio ieri mi sono imbattuto in questa notizia:
Aci presenta Space, l’app gratuita per avere l’auto sottocontrollo
http://www.sicurauto.it/news/aci-presenta-space-lapp-gratuita-per-avere-lauto-sottocontrollo.html

In particolare mi ha incuriosito il servizio Infotarga:

“Infotarga è un interessante servizio informativo, inserendo la targa di qualunque veicolo è possibile accedere ai suoi dati tecnici e commerciali (cilindrata, potenza, marca, modello, serie e versione). Informazioni importanti quando si deve acquistare un mezzo usato, accertandosi in tempo reale se risulta rubato o radiato dal P.R.A., inoltre è possibile conoscere il costo del passaggio di proprietà, quello del Bollo o i costi di gestione.”

Francamente ho subito pensato ad un errore del giornalista, com’era possibile che mi permettessero di visualizza tante informazioni su un’auto non mia?

Così ho scaricato e installato l’app e questi sono i dati che ho potuto visualizzare a seguito di una semplice registrazione:

Tutto bene no? No, anche no.
Io un problemino lo vedo, vediamo di capirlo.

I dati del PRA sono pubblici e non puoi farci un uso privato

ACI confeziona una bella app (è la moda del momento) che permette al cittadino di conoscere il mondo ACI e usufruire di una serie di servizi, alcuni dei quali riservati ai soci:
Con Around Me, visualizza i Punti (di servizio) ACI e gli sconti ACI.
Con SOS, ti chiama il carroattrezzi ACI, il medico convenzionato ACI e pure l’idraulico ACI.

Tutto bene? Si fino a qui.
Poi però ci infila dentro anche il servizio Infotarga, che può funzionare solo attraverso i dati del PRA.

Sappiamo tutti che, per il successo (o fallimento) di qualsiasi app, sono determinanti i dati che riesci a rendere “utili” per il cittadino.
Gli App-store sono pieni di app bellissime ma inutili (e quindi non scaricate o disinstallate dopo pochi utilizzi).

ACI sta utilizzando i dati del PRA per inserire nella propria app un’utilità, che nessuno ha, e spingere quindi tutti gli altri servizi targati ACI.

Ma i dati memorizzati nel PRA NON sono di ACI, ma dello Stato Italiano (di tutti noi).

ACI dovrebbe utilizzare le proprie indiscusse competenze tecniche per permettere, a chiunque abbia sviluppato un’app per la mobilità, di accedere e interfacciarsi con i dati del PRA.

Infatti un utilizzo diffuso dei dati rappresenta un volano per lo sviluppo della società dell’informazione e in generale un’opportunità per tutto il mondo dell’automotive.
Al contrario, un utilizzo monopolistico, serve solo a schiacciare e comprimere la possibile concorrenza.

ACI vuoi farti l’app? Bene, benissimo, ma non utilizzare i dati del PRA.

Il futuro non esiste (ma quando arriva è troppo tardi)

Questo post è stato pubblicato per la prima volta sul forum-studi di UNASCA il 10/07/2015.

Gentili colleghi,

qualche mese fa avevo pubblicato il post:
Trasforma il tuo viaggio in una bella avventura!

..Ora, qual’è il modo per evitare che qualcuno si frapponga tra noi ed i nostri clienti?
1) Fare le barricate e incendiare i cassonetti
2) Creare noi il sistema di intermediazione occupando per primi lo spazio e bruciando l’opportunità agli altri.

Per restare sull’argomento vi segnalo questo articolo:
Hotel contro Booking & co: “Prenotate per telefono”
http://www.wired.it/economia/business/2015/07/02/hotel-contro-booking-co-prenotate-per-telefono/

Per i più pigri riassumo la questione:
L’associazione degli albergatori sta cercando di fermare Booking con una battaglia legale (un po’ come i taxisti con UBER).
Hanno anche inventato una campagna che si aggrappa al passato:
http://www.federalberghi.it/primopiano/primo_piano.aspx?IDEL=19

E lo stanno facendo pienamente consapevoli dell’incidenza raggiunta da queste piattaforme sul mercato italiano:

..senza il fondamentale sostegno di quelle piattaforme che sono ormai diventate, per ammissione degli stessi addetti ai lavori, il principale canale di prenotazione. Il 35% passa ormai dal duopolio Booking.com (73% del mercato italiano) ed Expedia (17,7%), il 14% è diretto e il 7,7% dalle agenzie.

Io non so chi abbia ragione (e non è questa la questione), c’è chi si schiera da una parte chi dall’altra. Riporto 2 commenti dei lettori di segno radicalmente opposto:

Il dinosauro depresso:

Booking è come il Racket….si è interposto tra venditore e acquirente…

La giovane realista:

Ma davvero pensiamo che l’unico motivo per cui un cliente sceglie di prenotare su booking o expedia sia il prezzo? Pensate non valga niente la comodità di avere un’app che con un click ti fa prenotare, ricevere informazioni di quello che si può fare nella destinazione prenotata, poter salvare i propri itinerari di viaggio sia acquistati che desiderati? ricevere mail che ti informano sulle promozioni delle destinazioni ricercate, essere premiati al superamento di un certo numero di prenotazioni ed accedere ad ulteriori facilitazioni, poter condividere le esperienze e le valutazioni di chi prima di me è CERTAMENTE andato presso la struttura? Pensiamo sul serio che i viaggiatori di oggi siano solo ed esclusivamente mossi dallo spendere meno e che il valore del loro tempo (vedo, scelgo, prenoto, ricevo immediatamente conferma con tutte le informazioni) non abbia nessun valore? Forse ci si dovrebbe chiedere che cosa spinge veramente i clienti a prenotare sulle OTA e cercare di lavorare meglio sul processo post acquisto e sulla fidelizzazione del cliente perché sia chiaro, che portare lo stesso volume di traffico sul nostro sito e prenotare direttamente sul nostro booking on line (per chi ne ha uno usabile) non è gratis…

Ormai sapete come la penso, federalbergi sta cercando di fermare il mare con le mani e lo sta facendo dopo che l’acqua gli è arrivata alle ginocchia.
Certamente non ha avuto la capacità di immaginare e creare un futuro diverso.