Più del legno i sensori

Vi segnalo questo articolo che ci fornisce alcuni punti di riflessione anche per i nostri uffici:
Smart retail: cosa significa mettere l’IOT al servizio di brand e consumatori
http://www.internet4things.it/iot-library/smart-retail-cosa-significa-mettere-liot-al-servizio-di-brand-e-consumatori/

Non fatemi perdere tempo
Se esistono, come esistono, tecnologie che vi permettono di non farmi perdere tempo, U S A T E L E!

Secondo i ricercatori, quasi 8 shopper su 10 sognano supermercati intelligenti, senza file e senza l’obbligo di leggere i codici a barre dei prodotti acquistati.
L’uso di sensori che abilitino il riconoscimento automatico è tra le massime aspirazioni dei clienti italiani che, di anno in anno, alzano l’asticella delle aspettative, iniziando a pensare che oltre allo smartphone ci siano molte altre cose che possono essere smart.

Il comportamento delle persone ci dovrebbe interessare, sempre!

La società di ricerca McKinsey ha rilevato come nella distribuzione i retailer che fanno uso dei Big Data hanno aumentato i propri margini del 60%. In che modo? Analizzando i comportamenti di acquisto, ovvero lo scontrino, associato alla carta fedeltà e alle varie interazioni con le promozioni, gli annunci, l’e-mail marketing, le eventuali newsletter che si ricevono periodicamente e periodicamente si aprono. Tutto questo rappresenta una montagna di informazioni da collezionare e da analizzare per definire un’offerta sempre più a misura di cliente.
Studiare la customer experience prima ancora della shopping experience è diventato fondamentale per capire in che modo un cliente si avvicina verso un prodotto o un servizio.

Purtroppo i dati sul “come, quando e quanto” il cliente ingaggia l’agenzia ancora non li abbiamo.
Per ora solo l’agenzia è in grado di conoscere quante volte si presenta quello specifico cliente, quanto si ferma, per fare quali attività. Ma poi non ha gli strumenti per analizzare i dati e renderli confrontabili con quelli provenienti da altre agenzie.
Il mio vecchio post su George, purtroppo, è ancora molto di attualità.

Più del legno i sensori

Come ultimo requisito, poiché non è più possibile distinguere in compartimenti stagni le dimensioni del fisico e del virtuale, occorre che lo store sia sempre più connesso, così da rendersi presente al consumatore secondo la forma a lui più accessibile, accompagnandolo in tutte le fasi di acquisto.

Il design, indispensabile per perseguire quegli obbiettivi di uniformità e bellezza degli arredi, deve essere affiancato da metodi di studio su sensori e output visivi per semplificare la vita al cliente (e a noi).

Polpette con la marmellata

Questo post è stato pubblicato per la prima volta sul forum-studi di UNASCA il 11/06/2015.

Cos’è la prima cosa che fa un cliente quando entra in agenzia?
R: Saluta
Sbagliato! Si guarda attorno

Questo è esattamente la stessa cosa che facciamo noi quando entriamo in un ambiente nuovo (ci guardiamo attorno) eppure è l’ultima cosa che facciamo quando entriamo nel nostro studio.

Siamo così abituato a stare all’interno del nostro vasetto da non essere in grado di leggere quello che vedono gli altri, dall’esterno.
In pratica sottovalutiamo largamente l’importanza dell’ambiente dove vendiamo i nostri servizi.

Eppure siamo circondati da molti esempi di brand che hanno investito decisamente sull’immagine dei proprio negozi: Harley Davidson, CheBanca!, Desigual e potrei continuare all’infinito.

In questi negozi non c’è solo la ricerca di comunicare un’identità di marca, ma il luogo è esso stesso parte dell’esperienza che viene promessa e venduta.

Da questo punto di vista noi (ma anche ACI) abbiamo molto da lavorare!

La mia proposta è di trovare un player in grado di costruire degli ambienti tipo, realizzati in sinergia con Sermetra al fine di creare studi confortevoli, giovani e perché no, anche un pò sorprendenti.

Naturalmente poi, ogni titolare, dovrebbe poter scegliere, sia quando, sia quali pezzi del catalogo acquistare per il proprio studio.
Ma avrebbe a disposizione comunque delle linee guida studiate e approvate da professionisti.

Bisognerebbe individuare un player diffuso su tutto lo stivale, in grado di realizzare ambientazioni reali a prezzi accessibili.
Qualche ikea ? 😉