Le persone decidono se farsi un “footie”

Questo post è stato pubblicato per la prima volta sulla newsletter “Goooood morning Sermetra!” il 04/03/2016.

Voglio segnalarvi il progetto Why We Post:
http://www.wired.it/internet/social-network/2016/02/29/why-we-post-come-usiamo-social-media/

Quello che emerge in modo chiaro dalla ricerca è che “contrariamente al credo comune, i social media non ci stanno rendendo più narcisisti o individualisti: al contrario stanno rafforzando il nostro senso di comunità e famiglia“, spiega a Wired Nicolescu.

Comincio dalla fine (come fanno i bravi giornalisti), per chiedervi di leggere questo post senza i pregiudizi che spesso si sentono in giro: “I social isolano, violano la nostra privacy, è solo tempo perso”.

Il progetto ha avuto una durata di 15 mesi, spesi in giro per il mondo da un team di antropologi. Scopo finale della ricerca era guardare agli usi peculiari delle piattaforme social che vengono attuati in questi luoghi e il modo in cui le persone hanno inventato nuovi usi, connessi alle proprie esigenze sociali.

I risultati sono vastissimi e hanno a che vedere con dieci diversi ambiti di applicazione e utilizzo dei social media, come l’educazione, la privacy, l’utilizzo delle immagini, la relazione tra offline e online e il coinvolgimento politico delle persone.

Alcuni aspetti interessanti sono:

  • I social media non ci rendono più soli
  • In Cina le persone vedono i social media come la prima vera esperienza di privacy della loro vita
  • In Cile è diffusa la pratica di scattarsi “footie”, selfie che ritraggono i piedi degli autori in contesti di riposo (questo è il mio preferito)

La mole di risultati indica chiaramente come siano le persone a plasmare gli usi della tecnologia e non il contrario. “Guardando tutti i luoghi in cui abbiamo realizzato “Why We Post””, spiega ancora Nicolescu, “possiamo vedere come non sono i servizi che fanno qualcosa per essere adottati, ma sono al contrario le persone che decidono quali servizi si adattano meglio ai loro bisogni e se ne appropriano di conseguenza”.

Questo è il punto che deve interessare il consulente automobilistico: Le persone decidono quali servizi si adattano meglio ai loro bisogni.

Quindi come facciamo a sapere se le persone apprezzeranno il nostro nuovo servizio e le modalità con le quali viene erogato?
Purtroppo non ci sono scorciatoie, c’è un solo modo: Mettere a disposizione diversi servizi con diverse modalità di erogazione/utilizzo/pagamento.
Utilizzare approcci on-line, ma anche off-line oppure misti on-line con fruizione off-line.

In sostanza, per ogni nuova idea è necessario realizzare/misurare, quindi modificare qualcosa (metodo, pagamento ecc.) e misurare ancora. Ripetere il ciclo fino ad ottenere la migliore risposta dai clienti.

Naturalmente è impossibile sperimentare senza avere a disposizione una piattaforma (non necessariamente social) diffusa, omogenea e condivisa dove sono presenti operatori, cliente e oggetti dei servizi (veicoli, patenti ecc.).

 

E’ una questione personale!
Ho l’obbligo di ricordarti che le opinioni espresse non rispecchiano necessariamente le opinioni e le scelte del C.d.A. di Sermetra S.Cons.p.A.

Pubblicato da

Roberto Pedrocchi

Anticipare il futuro non significa prevederlo. Significa analizzare le criticità del presente e pensare a possibili modi di risolverle; significa cogliere, senza pregiudizi, i segnali che vengono dal presente e capirne i possibili sviluppi. (Arnaldi, Poli, 2012; Poli, 2017)

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